Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

27 settembre 2006

LA STORIA DI UNA FOTO

Io e la fotografia non siamo mai andati molto d’accordo. Non che io l’avessi in antipatia, assolutamente, anzi, direi che mi è sempre stata simpatica per quella sua capacità di fissare gli attimi e renderli immortali. Il disaccordo scaturiva da risultati non proprio esaltanti e dal non possesso di una macchina fotografica personale. Poi però ti lasci trascinare dagli eventi (leggi “ti metti nei casini sul web cosicché tutti possano sostenere che tu più che un genio incompreso sei un folle riconosciuto”) e decidi di creare prima e far sopravvivere poi, un blog fatto di scatti e racconti di viaggi, quello che a quanto pare fanno le casalinghe di Voghera!
È il tuo compleanno, l’occasione per regalarti la tua prima digitale.
Click click click scatti una foto dopo l’altra, non ti muovi più senza di lei, perché hai compreso che è la linfa vitale di Journal de bord, i tuoi pensieri da soli non bastano. Certo puoi parlare di qualunque cosa, andare a ruota libera, narrare di emozioni, di risate, di nervosismi, di malesseri, di cronaca, di politica, ma non saresti di parola perché la tua missione è
far vedere anche agli altri ciò che vedono i tuoi occhi.
Luglio 2006. Io e Daniele a Modena. Daniele: “Tu fai foto troppo realiste e poi, nell’inquadratura, devi sempre inserire il quinto elemento”. Chiaramente la lezione di fotografia mi è risultata ostica ma ... il quinto elemento!!! ... certo ... lui sì che deve essere una cosa importante. Da quel giorno prendo la macchinetta, guardo nell’obiettivo, fisso una cosa animata o inanimata e la chiamo “quinto elemento”, è così sempre ... per sentirmi a posto con la coscienza e perché il mio migliore amico non mi trovi mai impreparata ... può prendere una qualsiasi mia foto e io ho la risposta all’interrogativo fondamentale: “Dove è il QUINTO ELEMENTO???”
Di post in post continuo a sbirciare tra i blog, mi iscrivo a Blog Italia che mi dà ora in salita ora in discesa (sull’argomento è stato alquanto divertente
SuperG) e mi faccio una carrellata tra i primi 100. Trovo un blog che avevo già sentito. Lo visito, una vignetta mi spinge al commento, l’autore del blog mi scrive una mail, io rispondo, lui riscrive, intuisce che io sia una guida turistica!!! Mi butto a terra e mi sbellico dalle risate, mi riprendo e mi complimento per il suo strabiliante intuito, a quanto pare caratteristica comune in zona. Capisco che è necessario dirgli 6 parole, ed al più presto. Lui sviene, riprende i sensi dopo diverse ore grazie all’utilizzo di sali e dice: “Carramba che sorpresa!”. Non è soddisfatto, le mail non gli bastano, non capisce la mia riluttanza a Messenger ... “è immediato” mi dice ... “sì lo so” rispondo. Mi fa sentire una dell’era jurassica, ce la fa ed è l’artefice della mia iniziazione su Msn, ho il mio contatto. Inizia ad ipotizzare il mio cognome, vuole pubblicare su un altro suo blog una mia foto, e poichè è solito metterci la faccia, vuole il nome e cognome dell’autore. Replico che io sul mio blog, solitamente, ci metto la schiena per non dire altro!!! Al quarto tentativo a vuoto e memore delle sue capacità intuitive, mi presento, e do la liberatoria alla pubblicazione del tramonto a Punta Raisi sul più importante blog
di Palermo. Inevitabile una lucidatura della digitale e un mio cenno di soddisfazione, oltre ad un sms a Daniele per informarlo dei fatti. Sms di risposta “Stai migliorando a vista d’occhio nelle inquadrature. Brava”. Questo è il racconto di una foto scattata dall’anonimo viaggiante, ed uno spaccato del mondo dei blog, dove da POST NASCE POST ...

21 settembre 2006

CASTELMAURO 7 - 10 SETTEMBRE 2006

Proverò a raccontarvi cosa succede a Castelmauro durante questi quattro giorni in onore della Madonna della Salute, passati alla storia come FESTE DI SETTEMBRE. Proverò a dirvi qualcosa del movimento della strada, della chiesa, della piazza, della casa dove è nato il mio papà. Proverò a scrivere di una festa come ne sopravvivono tante, soprattutto nel Meridione, in cui si mescolano, fino a confondersi, sentimenti religiosi, costumi popolari, spettacoli musicali, tradizioni familiari.
Ci proverò non con il distacco di un cronista, non ne sarei capace, ma con l’animo di chi vive tutto ciò da quando è nata, col sentimento di chi sa che questa festa è l’occasione per riunire la famiglia, per avere conferme delle proprie radici, per rassicurarsi, ogni volta, che tutto questo c’è ancora. Si evolverà, subirà cambiamenti, come è già successo, ma il senso più profondo rimarrà indenne.

SPETTACOLO PIROTECNICO


È quasi un dovere morale esserci alle feste di settembre, un richiamo forte. Diventa un rammarico se motivi di lavoro o altro non permettono di garantire la propria presenza, e lo è allo stesso modo per chi qui è nato e qui è rimasto, come per chi è andato via, i tanti emigranti sparsi per il mondo, e per chi ci ha passato i fine settimana, i Natali e parte delle vacanze estive, come me e la mia famiglia.
Comincia tutto il 7 settembre con uno
scoppiettante spettacolo pirotecnico, che io guardo quasi sempre dal terrazzo di casa, con i miei fratelli, con papà e zio ...
E c'era anche la luna piena quest'anno e una temperatura gradevolissima mentre, di solito, si muore di freddo. Ergo, vorrei dire a Rutelli che, per l'anno prossimo, la cittadinanza tutta avrebbe deciso di lasciare le feste di settembre a settembre!

LA MADONNA DELLA SALUTE

Il movimento della strada parte dal Santuario con la processione, un lungo serpentone di fiaccole composto da migliaia di persone, che porta la Madonna della Salute fino alla chiesa del paese. Da bambina mi dicevano che la Madonnina veniva a trovarci “Viene a stare con noi per un po’”, e mi indicavano il suo viso. Ora, da grande, lo guardo con occhi diversi quel viso, è come se in un attimo mi passassero davanti gli accadimenti di un intero anno, e cerco nel suo sguardo il consenso, il perdono, l’occhiolino tenero di chi dice “Lo so che hai fatto il possibile”. È un viso dolce, di una dolcezza oggettiva, indipendente dalla fede che si può avere o non avere. Chi crede ha davanti il volto della Madonna, chi non crede una bella statua in cartapesta del ‘700. Bella comunque, in entrambi i casi.
La statua viene vestita con un abito tessuto d’oro, sono i doni votivi per grazie ricevute o per semplice devozione, un tesoro che cresce ogni anno di circa 400 grammi. A portarla a spalle in processione per il borgo, nei due giorni successivi e la mattina del 10 per ricondurla al Santuario, è la squadra che vince l’asta, una vera e propria gara al rilancio che assegna al miglior offerente tale possibilità. Quest’anno l’asta ha raggiunto la cifra di 3.900 € ed è stata vinta dalla squadra di cui fa parte anche la sottoscritta. Tale somma, insieme alle offerte raccolte, è utilizzata per il pagamento della festa.

LA FESTA GODERECCIA

E poi si prosegue, tra la stanchezza della banda, con le serate di musica, dove fai delle grandi scoperte, Massimo Ranieri ha una figlia che canta! si chiama Cristiana e ci salvi chi può dai figli d'arte!, i gazebo enogastronomici, con i nostri tartufi (novità il miele aromatizzato al tartufo. Ecco, ecco, mi sto trasformando nell’uomo con la panza, ideale accompagnamento a formaggi stagionati), il vino con la riscoperta della tintilia, vigneto autoctono, i giochi di piazza con l’albero della cuccagna. E si va avanti per quattro variopinti giorni.
Qui le foto.

20 settembre 2006

CASA "DOLCE" CASA

In famiglia. L’importante è ripulirsi, mostrare, almeno per un giorno, preferibilmente l’8 perché è l’onomastico della mamma, le sembianze di una brava ragazza. È fondamentale, quindi, assumere un aspetto elegante, evitare il jeans e sedersi educatamente, il tutto a fini ereditari!!! Inoltre, mai dimenticare il regalo per mamà. Quest’anno una bottiglia di buon vino, e ce la siamo cavata!!! :-D
Pranzo con menù fisso da almeno 200!!! anni che culmina in un ottimo dolce (sottratto alla lama del coltello per il click fotografico in extremis), la cui antica ricetta è un segreto gelosamente custodito nelle pagine di un vecchio quaderno, riposto in un vecchio cassetto di una vecchia credenza, e mai rivelata neanche sotto tortura. Diversi anni fa sono stata prelevata con la forza, condotta in cucina e le mie orecchie hanno udito il seguente altisonante proclama: “Devi imparare a fare il dolce di famiglia.” Non l’ho ancora mai fatto in autonomia ma credo di essere sulla buona strada. Pare che il segreto sia la cottura, così se non dovesse riuscirmi posso sempre dare la colpa al forno!

Eccolo ... uno degli uomini for ever della mia vita.


13 settembre 2006

BUON LAVORO

Ho camminato poco quest’estate. Io che di solito macino chilometri a piedi, lungo le spiagge, su per i monti, dentro le città, e non solo in funzione del “mog”, acronimo per manutenzione ordinaria glutei, ma per puro piacere, per pensare, per fare in modo che ad essere in movimento non sia soltanto il mio corpo ma anche i miei pensieri. Sostengo, con convinzione, che la mente debba essere dinamica il più possibile e debba fuggire da ciò che la vorrebbe fissa, immobile, incapace di crescere, di cambiare, o semplicemente, di muoversi.
Ormai le vacanze canoniche sono finite, l'ultimo weekend di rientro si è consumato, le scuole si sono riaperte, così come ci hanno comunicato i principali organi di informazione e, questo blog, avendone, ebbene sì, preso coscienza, dice a tutti voi, col cuore: "BUON LAVORO".

"Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono … È malinconicamente vero che molti lavori non sono amabili, ma è nocivo scendere in campo carichi di odio preconcetto: chi lo fa, si condanna per la vita a odiare non solo il lavoro, ma se stesso ed il mondo". Primo Levi

Location: Ispica, agosto 2006

11 settembre 2006

SICILIA 20 AGOSTO - 2 SETTEMBRE 2006

Credo di essere vittima di un incantesimo, un incantesimo che mi porta in Sicilia, che mi fa restare sull’isola più di quanto io abbia programmato alla partenza, che mi fa cancellare altre mete ipotizzate, che mi incanta appunto con l’azzurro del mare, il bianco della costa, il verde dei pistacchi, che mi scalda col sole d’estate, che mi rapisce col calore della gente, che mi fa desiderare ancora e sempre il ritorno, perché non finirò mai di scoprirla quest’isola e di volerle bene.
A me non serve il
ponte sullo Stretto di Messina, a me serve un ponte aereo che colleghi la mia terra a questa terra! … mi preoccuperò di farlo sapere a Tonino (Di Pietro), visto che Totò (Cuffaro) ha già predisposto perché venga insignita della cittadinanza siciliana!

Location: Marina di Ragusa, agosto 2006

PUNTA RAISI

Ci sono degli spostamenti in auto, durante una vacanza, che sono una sorta di viaggio nel viaggio. È il caso del tragitto che, dalla città di Palermo, porta all’aeroporto internazionale Falcone Borsellino.
Appena fuori dalla città ti fa compagnia, alla tua destra, il colore blu intenso del mare, con l’Isoletta delle Vergini dalla storia leggendaria, che interrompe l’uniformità dell’orizzonte. A sinistra, invece, sono le rocce geometriche dei monti a darti il saluto cosicché il distacco che si prova ad ogni rientro è, in questo caso, meno violento, quasi dolce, un arrivederci più che un addio.
La macchina corre lungo la strada, la vista di un obelisco riporta la mente alla strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta. Se si rallenta un po’ si leggono i nomi delle vittime, scolpiti sulla pietra, perché il ricordo non svanisca, mentre poco prima, nel punto in cui furono piazzati i detonatori, spicca una costruzione in cemento con la scritta NO MAFIA. Un urlo deciso, sì di rabbia, ma soprattutto un’esortazione a non MOLLARE MAI.
È questo lo spostamento - viaggio verso Punta Raisi, uno dei più piacevoli aeroporti in cui attendere il proprio volo, e non certo per la grandiosità o il numero di boutique che ne animano l’interno ma per la terrazza panoramica sul mare dalla quale, questa volta, ho visto un tramonto siciliano dalla scenografia davvero insolita.

MONREALE


Monreale era uno di quei luoghi che per ben due volte e svariati motivi, non ero mai riuscita a visitare. Ero arrivata quasi ad ipotizzare, con fantasiose evoluzioni della mente, una sorta di “maledizione di Monreale”, perchè c'ero andata sempre molto vicina! Questa volta, però, me lo sono quasi imposto, una sfida: “Non si lascia la Sicilia se i miei occhi non vedono quello di cui ho sempre sentito parlare: i più di seimila metri quadri di mosaici che decorano l’interno del duomo”. Sfida vinta. Il premio? Uno spettacolo meraviglioso, esempio mirabile dell’arte bizantina.
Turistica, con i suoi negozietti e i chioschi di bibite, la stradina di accesso al duomo, con i pupi che la fanno da padroni.
Schifosamente sporca la gradinata che, dal parcheggio, conduce alla menzionata vietta, una vergogna. Fortuna che ciò che si vede dopo è grandioso.
Anche Monreale è teatro degli eventi organizzati durante il mese di settembre per festeggiare il 142° anniversario della fondazione della provincia di Palermo.

08 settembre 2006

LEONFORTE

La Sicilia non è solo mare, vedessi come sono belle le Madonie”. Ha parlato così Gianni in spiaggia, e gli credo, perché non dovrei, ed un giorno, forse, vedrò anche le Madonie. Baci, abbracci, saluti, si parte. Lascio la costa. Dove si va? Boh, a caso. Entroterra? Dai, entroterra, iniziamo a vederl. Enna? Ma sì, è divertente transitare per l’unica provincia di centro sinistra dell’isola. Si sale, si sale, si sale e la temperatura scende, scende, scende, 18 gradi!!! Ho freddooooooo!!! Perché anche questa volta c’è qualcuno che ha deciso di farmi sentire freddo in Sicilia??? Enna è tutta imbracata, lavori di restauro ovunque, niente foto. Cosa me ne faccio dell’immagine di una chiesa coperta dai ponteggi? Sensazioni? Sei nel cuore della Sicilia, finalmente si vedono gli uomini con la coppola. La città, sinceramente, mi appare un po’ cupa ma, credo, perché ci sono arrivata con il buio, da qui lo sguardo può spaziare a 360°. Cerchiamo un posto dove dormire, voglio recuperare gradi e si scende, si scende, si scende e la temperatura risale, risale, risale, 22 gradi. Va meglio. Non è che non tolleri il freddo, ma se ho addosso una leggerissima magliettina e pantaloni trasparenti non posso andare oltre un certo limite.
Ci si perde, quasi, ed all’improvviso cosa appare? Un complesso immenso che non ti aspetteresti mai di vedere tra queste montagne dove il tempo sembra essersi fermato, un po’ come avviene in alcuni scorci del mio Molise. Ma è vero, siamo davanti un
Resort!!! Si dorme nella villa patrizia ed al mattino, con la luce del giorno, continui a chiederti: “Ma cosa ci fa un complesso così qui?”.
Morale: mai avere preconcetti, mai pensare che una cosa non possa trovarsi in un certo posto, perché le sorprese, di un viaggio, possono essere tante e, finché ci si sorprende e non si resta indignati, come spesso accade, al cospetto di vere e proprie cattedrali nel deserto, tutto è ammesso e poi, a pensarci bene, il barone Gussio aveva casa proprio lì, vorremmo mica cambiare il corso della storia???




07 settembre 2006

GUIDA AI RISTORANTI

Due nomi, entrambi a Marina di Ragusa.
Il Baciamolemani: coreografici e gustosi gli antipasti, decisamente eccessivo il quantitativo del gran fritto (una porzione è in grado di soddisfare tre commensali), ottimo il tortino di pistacchi servito con gelato alla ricotta, connubio che per il mio palato è eccelso. Chiedete di mangiare sulla terrazza vista mare, sarà più piacevole.
I Quattro Quarti: dall’atmosfera più raffinata perché antica casa padronale di cui ha mantenuto integra la pavimentazione. Da ordinare la degustazione di formaggi con l’immancabile fuscelletta di ricotta. (Da fregare l’aceto balsamico che il cameriere vi porterà al tavolo … con disinvoltura va fatto scivolare nella borsa. Il cameriere sparecchiando lo cercherà , ma non vi dirà mai nulla!).

Quando scrivo queste cose si impossessa di me uno di quegli uomini, il più delle volte con la panza vera e la barba finta che, camuffati, girano per i locali per conto del Gambero Rosso e mi sento una deficiente, ma mi diverto tanto!!!

MARINA DI RAGUSA

I due estremi anagrafici della spiaggia. Loro, i pensionati, la terza età, i nonni, non saprei definirli anche perché per me è difficile farlo, per ragioni personali, essendo figlia di due genitori che hanno 16 anni di differenza ed avendo ora, accanto, un papà ormai ottantenne. Rigido nei suoi atteggiamenti, intransigente politicamente ma che io ho attacco spesso e volentieri perché era giusto che anche lui facesse la svolta di Fiuggi, e l’ha fatta, anche se è rimasto sospettoso o timoroso che la figlia possa un giorno cambiare idea e votare a sinistra. Si intuisce quando mi dice, in concomitanza di consultazioni politiche, “Allora???? Cosa si fa?” “Tranquillo, la sinistra molisana non la sopporto” è la mia risposta e lui “Bene, dillo anche ai tuoi fratelli!”. Ed io continuo a volergli bene e a votare a destra, evitando però di cancellare del tutto i suoi timori, e così allentare ancora un po' i suoi paraocchi.
Gli altri sono i bambini. Ti fermi a guardare i loro giochi di sabbia, ad osservare la spensieratezza con cui godono del mare. E sorridi quando si atteggiano ad uomini maturi, quando sfoggiano occhiali da sole più grandi di loro, quando sono il pretesto per far fare a te cose stupide, folli e meno male che ci sono i bimbi a ricordare che, se si pensa leggero, si vive alla grande.



06 settembre 2006

MODICA

Il barocco è uno stile che sembra costruito col fine ultimo di stupire, di fare in modo che lo spettatore resti a bocca aperta di fronte alle figure ed ai decori che ornano palazzi e balconi. Putti, draghi, leoni, sirene, dalle forme sinuose e tondeggianti in grado di creare città gioiello, come Modica. Giocoso, opulento, esagerato, è così il barocco siciliano, quasi una risposta urlata alla devastazione che colpì questa terra dopo il sisma del 1693. Ed è solare, come i panorami che lo circondano, complice la duttilità della pietra arenaria locale, dalle tonalità calde che al tramonto si tingono di un rosa dorato.

Qui, insieme al barocco, ti conquista la buona cucina. Famoso in tutto il mondo è il suo cioccolato, lavorato ancora artigianalmente a freddo, e se ora è praticamente di moda ovunque aromatizzarlo al peperoncino, alla cannella o alla vaniglia, da queste parti l'hanno sempre mangiato così. Scriveva di lui Leonardo Sciascia “... di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere giunto all’archetipo, all’assoluto, e che il cioccolato altrove prodotto, sia pure il più celebrato, sia l’adulterazione, la corruzione ...”.

A Modica nacque
Salvatore Quasimodo, il poeta ermetico, nobel per la letteratura, che dopo aver a lungo girovagato per l’Italia, approdò a Milano dove stabilì la sua dimora definitiva
La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del Nord, la distesa di neve...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate dalle nebbie ...
ma al quale il destino volle ricordare il suo peregrinare serbandogli una morte in viaggio, e volle contraddirlo ... più nessuno mi porterà nel Sud ... aveva scritto, perchè morì a Napoli.
I suoi versi più celebri ti accolgono all'ingresso della casa natale:

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

04 settembre 2006

CORSI E RICORSI STORICI



Dichiaro ufficialmente di essere stata nuovamente conquistata da un palermitano anagraficamente più piccolo di me: LORENZO, 5 MESI, un angioletto che si sbellica nell'udire la parola "bavoso". Strani 'sti palermitani, davvero strani.