Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

27 ottobre 2006

IN VALIGIA

Una delle regole prime di un viaggiatore è la razionalizzare dei bagagli, allo scopo di ottenere il punto di equilibrio tra soddisfazione delle necessità personali e contenimento del volume della valigia. Solitamente poi, per occupare il tempo di trasferta, si pensa ad un libro, ad un giornale, ci si sbilancia fino all'mp3.
Ma non siamo tutti uguali!
Guardate cosa si porta dietro la gente per non annoiarsi durante un viaggio in pullman verso l'Austria!

21 ottobre 2006

INGRATO SUV

Non molto tempo fa mi sono adoperata in un delirio linguistico pro suv. Giovedì 18 ottobre 2006 alle ore 12.30 uno di loro, un Nissan pk-up ha deciso, scegliendo me come controparte e soprattutto ignorando che mi aspettava un lungo weekend fuori, di sfidare LA LEGGE DELL’IMPENETRABILITÀ DEI CORPI e ... ci è riuscito!
Ma perchèèè??? È la terza volta che mi tamponano nel giro di un anno, anche se mai così violentemente. Ma non lo sapeva il suv quello che avevo fatto per la categoria??? Mi ha forse scambiato per un’auto blu??? Ma io non c’entro niente con il governo, proprio niente.
Naturalmente c’è stato un cambiamento di programma, si va al Pronto Soccorso. Il dottore comincia la sua visita: "Le fa male qui?" "No" "Le fa male qui?" "No" "Le fa male qui?" "No" "Dottore?" "Sì?" "Se abbandonassimo la strategia del tentativo e le dicessi direttamente dove mi fa male?" "Ok, facciamo così" "Grazie!" "Le faccio fare una radiografia alla cervicale per sicurezza".
Diagnosi: colpo di frusta. Prescrizione: collare. E vi assicuro che, in tutto ciò, non c’è nulla di erotico!
Certo il suv continua a gemere ma la mia macchina, dopo l’esplosione del vetro (ed è stata questa la paura più grande con mille schegge entrate dentro), ha cominciato a cantare “Ariaaa ti respiro ancora sai, nell’ariaaa ...”
Le indagini sull’accaduto seguono due piste. Quella del complotto politico, elementi a favore il fatto che ad avermi tamponato è il signor P.C. e che il lato che ha preso il colpo più forte è il sinistro, quasi un voler lasciare la firma. E quella del complotto da blogger, avevo da poco spedito un certo sms!
Effetti indotti: weekend saltato, movimenti ridotti e decisioni da prendere … credo che si reciterà il de profundis dell’auto.

17 ottobre 2006

I BAMBINI INDIANI

Sono comparsi quest’estate, all’improvviso, come per magia, e del loro arrivo nel piccolo paesello di montagna se ne sono accorti tutti. Del resto era impossibile non notare quelle macchie di colore in giro per la strada. Non è passata inosservata questa bella famiglia indiana, venuta in Italia per lavoro, non è riuscita a confondersi come gli altri immigrati, per lo più rumeni e polacchi, per i loro abiti sgargianti, per il loro uscire sempre tutti insieme, per la compostezza dei loro modi, per il voler mantenere integre le loro tradizioni, per il profondo rispetto che dimostrano per il paese che li ospita, o semplicemente per il fascino che da sempre esercita l’India. La prima volta che li ho incrociati ero in macchina. Poco distante da loro camminava una vecchietta con il suo grembiule alla vita, avvolta in un fazzoletto, tutta vestita di nero; che ossimoro visivo, ho pensato, che scatto fotografico mancato. L’ho cercata una loro foto, non volevo rubargliela però, non volevo essere invasiva. Li ho poi rivisti aggirarsi per il borgo durante i giorni di festa; incuriositi, osservavano, guardavano, avevano assunto il ruolo di turisti, ma per quei capovolgimenti che a volte si verificano, hanno finito essi stessi con l’essere un pezzo della festa, un qualcosa da ammirare, quasi la novità dell’anno.
Li ho visti entrare in una chiesa cattolica con il naso all’insù come noi faremmo nei loro templi, li ho visti comprare nelle nostre bancarelle, come noi faremmo nei loro mercati, li ho visti fissare i nostri jeans strappati come noi i loro sari ricamati. Quando mi sono passati accanto, ho chiesto al capo famiglia se potevo fotografarli, lui mi ha sorriso ... credo che sorridano molto gli indiani ... ha posato sulla gradinata il sacchetto di plastica che aveva tra le mani, si è rivolto agli altri ... poche parole ... pochi gesti ... ha tirato a sé la più piccola e la famiglia si è schierata secondo un ordine ben preciso.
La bambina frequenta la scuola del paese, mentre dall’India, che conserva il primato del lavoro minorile nel mondo, arriva
la notizia che il governo ha varato una legge che proibisce l’impiego dei minori di 14 anni. Via i bambini dai lavori pesanti, via i bambini venditori per le strade, via i bambini a servizio nei locali, via i bambini dalle fabbriche di articoli sportivi. Ma poi c’è la preoccupazione delle Ong, il timore che il paese non riesca ad accoglierli questi bambini che, buttati per strada, rischiano di finire vittime delle organizzazioni criminali che gestiscono droga e prostituzione.
Come i bambini dannati di Calcutta che la regista fotografa Zana Briski, premio Oscar 2005 per il documentario Born into brothels, ha descritto. Una realtà cruda che si consuma ogni giorno nei quartieri a luci rosse della città, raccontata con le storie e le foto scattate da otto piccoli che in quelle strade sono cotretti a vivere, lontano dal miracolo economico dell’India bollywoodiana, tra vicoli stretti, case sporche e squallide, animate da sogni e rassegnazione.
Ed ancora ci sono
i bambini fotografati da Avy, che quest’estate è stato in India ed ha scritto appunti di viaggio capaci di cogliere la varietà degli aspetti di questo paese. Ne ho scelto uno.






14 ottobre 2006

TUTTI IN PIEDI

Lo Stand Up dei Blog


La CAMPAGNA DEL MILLENNIO
Voci contro la povertà


Esiste una sola morale, come esiste una sola geometria. Mi si opporrà che la maggior parte degli uomini ignora la geometria. È vero, ma ogni uomo, appena la studia un po', vi si ritrova d'accordo ... il tintore indiano, il pastore tartaro e il marinaio inglese, riconoscono allo stesso modo il giusto e l'ingiusto ... il sistema della morale è scolpito nel cuore degli uomini. Non ripeteremo mai abbastanza che mentre i dogmi delle religioni sono diversi fra loro, la morale è la medesima fra tutti gli uomini che sanno far uso della ragione.

Voltaire

10 ottobre 2006

IL MIO SANGUE

Fermi tutti o sparo! Adesso fate quello che dico io e nessuno si farà male! La sottoscritta gioca fuori casa e voi, da bravi e senza batter ciglio, vi trasferite su Rosalio e mi leggete lì, altrimenti non rispondo delle mie azioni e ci scappa il morto!
Un primo sentore di trasferta c’era stato con la
foto del tramonto a Punta Raisi, ora mi hanno dato la parola.
Solite trattative con il papà del blog ospitante.
Lui: “Mandami una tua foto in primo piano”.
Io: “Daiiiii, dove la prendo”.
Lui: “Va bene anche questa su Messenger”.
Ne ho messa una perché, al primo contatto con il giochino, mi è comparso un pallone al posto della faccia. A parte che qualcuno deve aver parlato e detto del mio incarico calcistico, e già questo non mi va giù, non è carino dialogare con la gente e presentarsi con un pallone, se ti prendono a calci, te la sei cercata.
Lui:”Ti ritaglio un po’”.
Io: “Solo se ti affianca il mago Silvan, voglio avere la garanzia che mi si possa ricomporre”.
Lui: “Ok, la foto è andata, adesso scrivimi il tuo profilo per la biografia”.
Io: “Ehhhh! Mi rifiuto di scrivere una cosa seria ... come faccio ... semiseria ... magari ... ci posso provare”.
Lui: “Hai carta bianca”.
Il ragazzo rompe ma è tarato per il compromesso!
C’è anche il
profilo, ed a questo punto sono l'anonymous più identificato del web!
A pensarci bene all’identikit manca un’informazione importante. Nell’etere avanzano richieste sempre maggiori, non escludo che un giorno possano arrivare a chiedere il mio sangue. Bene, il mio gruppo sanguigno è A RH positivo, non si sa mai, se avessi bisogno di una trasfusione!

08 ottobre 2006

NOTTE BIANCA 30 SETTEMBRE 2006

Dov’è Campobasso? Ed ecco che parte il toto–geografia, che la rende una delle città più mobili d’Italia. Di risposte ne ho sentite tante girovagando per la penisola, dall’Umbria alla Basilicata, passando per le Marche, l’Abruzzo, il Lazio, la Campania. E deve averne sentite tante anche mio padre, che studente universitario a Pisa, promise a se stesso che se un giorno avesse avuto dei figli, li avrebbe fatti nascere in città conosciute, città importanti, di cui fosse inequivocabile la collocazione geografica. Così mia sorella è nata a Roma, per me aveva deciso Milano ma la mamma gli ha urlato che era un pazzo, che era lei quella incinta e che non si sarebbe più mossa, chi se ne fregava se gli italiani erano ignoranti in geografia! E contro gli stress di una gestante non si può nulla, e i miei documenti riportano la dicitura “nata a Campobasso”. A Milano ci sono poi andata con i miei piedi, era scritto nel destino, a quanto pare.

Per questa città provo dei sentimenti forti e contrastanti, come per un grande amore, che tu sai capace di darti tanto ma a cui nulla puoi perdonare.
La amo perché è a misura d’uomo, la odio perché è un buco; la amo perché tutti ti conoscono, la odio perché sei sempre il figlio di qualcuno; la amo per il vassoio di paste fresche della domenica, la odio per il suo essere abitudinaria; la amo per lo struscio serale, la odio perché quelle passeggiate nascondono un certo classismo, fino ad arrivare ad occupare zone ben precise del corso a seconda della scuola che frequenti; la amo perchè non rischi mai di essere sola, la odio perché non ha spazio per le tue solitudini; la amo perché tutti sono pronti ad aiutarti, la odio perché non puoi mai fare nulla senza che il mondo lo sappia; la amo per la sua sobria eleganza, anche nel centro storico, la odio perché ti chiede di apparire; la amo per le sue potenzialità, la odio per non saperle sfruttare; la amo perché ti ringrazia se fai qualcosa per lei, la odio perché, sentendo un accento diverso, ti chiama la milanese e non riconosce in te una sua figlia … la amo … la odio … la amo!

Quasi equidistante da Roma e Napoli, è considerata una provincia di centro-sud, ed è anche in questo la sua mobilità, a volte è più centro, a volte è più sud, non solo nelle classificazioni dei libri o dei siti internet ma anche negli aspetti. È romana nelle vetrine, nei locali, nella testata giornalistica, nelle battute, come quando qualcuno a ragione scrive su un'auto in esposizione "ciao bello, lavami!" (le prove nella foto a sinistra). È napoletana nella cadenza, nei panni stesi del centro storico, nei mercati rionali.
È una delle città più fredde d’Italia, pochi sanno però che quella temperatura è rilevata su un castello ai cui piedi si sviluppa il centro abitato (da qui il nome), per cui bisognerebbe sempre aumentarla di tre quattro gradi. È la città dove il cellulare non prende, perchè il campo è basso, secondo una nota battuta di Fiorello. È la città che sale agli onori della cronaca per le sue nevicate, se poi c’è l’assassino del Circeo che ricommette altri omicidi, è colpa di chi qui lo ha mandato.
Ma è anche capoluogo di una delle province più vecchie d’Italia. Due secoli esatti, da quando il re di Napoli e di Sicilia, Giuseppe Napoleone Bonaparte sancì, con regio decreto, la separazione del contado di Molise dalla
Capitanata.
Un bicentenario festeggiato in questi giorni anche con una notte bianca coloratissima, con tutti gli ingredienti: visite guidate nel centro storico, spettacoli, animazioni, degustazioni, artigianato, esposizioni, la band inglese dei Nine Below Zero, i comici di Colorado Cafè, Filippo Nardi in compagnia di una marea di dj, perché un belloccio ci sta sempre, se poi è anche grande fratello ci sta proprio, e gli artisti locali come gli
Ecletnica Pagus, che hanno restituito fama al suono della zampogna.
Tutti svegli, anche se qualcuno non ce l’ha fatta!

Gli scatti della notte son
qui e spero che sia ormai chiaro che Campobasso è in Molise. Poi magari, prossimamente, riveliamo anche dov'è il Molise!!! Vi faccio questa soffiata!!!

03 ottobre 2006

DELIRIO LINGUISTICO E LIBERTÀ di scegliere NEGATA o viceversa

Oggi parliamo di mezzi di trasporto su strada. Ognuno se lo sceglie in base alla SUA inclinazione, se sei un SUB, per esempio, devi portarti dietro mille cose, in previsione di quello che può SUCcedere. Se sei diretto verso SUD e sei un uomo che non rinuncia mai alle SUE passioni culinarie, ti ritrovi a mangiare un SUFflè all’autogrill per SUGgellare un patto con le patate. Poi ti accorgi che è tardi, SUH sbrigati che SUI giornali c’è scritto che SUL raccordo c’è traffico, perchè è in corso il SUMmit sul sole: “The SUN is life” e naturalmente The life in now!!!. Allora ti viene in mente un tuo amico e il SUO SUPeraffolato quartiere, sembra un SUK (intrusione nel rigoroso ordine alfabetico, SU-Questo nessun dubbio). Lo chiami per andare a SURfare, anche se ultimamente è SUScetibile non per un dolore alla SUTura ... SUUvvia non è per questo, ma perché ... gli hanno tassato ... il SUV!!! che è lì, poverino, sul ciglio della strada che mugola ed emette strani gemiti:"SUZ SUZ, nessuno mi vuole più".

02 ottobre 2006

LI ABBIAMO QUASI IN PUGNO - Primo post di servizi ai viaggiatori!

Il tuo aereo non decolla?
Il ritardo supera ogni limite umanamente accettabile?
La tua carta di credito si rifiuta di prendere ancora aria, perché DAVVERO, NON C’È PIÙ NULLA DA COMPRARE, dopo che, per ingannare il tempo, hai adocchiato anche la miniatura del duomo?
Lo stress è alle stelle?
La stanchezza ti logora?
Puoi avere la tua rivincita. Inoltra il ricorso alla compagnia aerea incriminata, entro 10 giorni con raccomandata A/R , riservandoti di adire le vie legali, se dovessero dimostrarsi duri d’orecchio. Così i
tre medici di Catanzaro, che si sono visti riconoscere dal giudice il danno morale per il disagio subito, nel pieno rispetto della Carta dei diritti del passeggero.
Li abbiamo quasi in pugno, in attesa dell’appello!

... e visto che siamo in tema legale, attenti agli avvocati ... sempre ...