Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

29 novembre 2006

INTERMEZZO

Ovvero pensieri ed immagini in libertà.
Ci sta piacendo stare in cronaca nazionale. Prima le elezioni regionali poi, per non farsi dimenticare,
la prof di matematica, ed ora il cercato riscatto. È di Campobasso il bambino più buono d’Italia, un ometto di nove anni che si occupa della sorellina e della casa, oltre ad essere ottimo allievo e ad aver rivelato doti di perfetto infermiere, seguendo quotidianamente la mamma malata nella somministrazione dei farmaci. Una notizia che stride con il bullismo imperante e che regala, di nuovo, alla Regione, l’attenzione dei media.
Il libretto delle istruzioni non si legge più. Quando compri un qualunque aggeggio tecnologico, vai a tentativi, confidando nel know-how acquisito e nell'intuito. Dunque, c’è da infilare la cartuccia, impostare l'orario, capire il significato di una serie di pulsanti che tocchi come un infante con in mano un giochino della Chicco. È una sfida, ci sei da una parte tu e dall'altra il libretto delle istruzioni. Magari tra un po’ di tempo lo sfoglierai anche, quando ti verrà voglia di sapere se c’è qualche altra funzione che ti è sfuggita, perché più furba di te ma, per il momento, non se ne parla, a costo di armeggiare più del necessario. Vuoi mettere, però, la soddisfazione, quando ti arriva il fax a libretto fresco ancora di stampa?
Finanziaria. Ci tocca. Mi era venuta voglia di scrivere qualcosa sulla tassa di successione ma, vista
la rivisitazione del modello della mia macchina dopo l’intervento pro suv, mi astengo, non vorrei mi implodesse la casa dei nonni!
È difficilissimo ricomprarsi una macchina, cominci un giro di visite nelle concessionarie della città senza nulla di fatto, e che per il momento, si rivelano solo un ottimo campo per dar sfogo alle tue battute cretine, con gli addetti alle vendite. “Guardi quel modello non lo vorrei neanche se me lo regalasse” “Davvero proprio non le piace?” “No, però se insiste, potrei chiudere un occhio e farmelo piacere”.
Vantaggi dell’essere appiedati:
1) risparmi, fare il pieno non è azione che ti appartiene, anche perché quando usi la macchina di un parente stretto, te la dà con serbatoio pieno e tu devi solo avere l'accortenza di non andare in riserva;
2) cammini di più a piedi;
3) scopri i pensieri degli altri su di te, da come si offrono di accompagnarti e dall'itinerario che ti propongono.
Tre ottimi motivi per prenderti tutto il tempo che vuoi, prima di decidere che macchina guiderai.
Mia madre continua a pensare che la sua secondogenita sia completamente folle. Io però, l’ho vista deformare un tegame perché non entrava nel fornetto. A voi pare un comportamento normale?

27 novembre 2006

VENTICINQUE NOVEMBRE

C’è il sole quest’anno, un sole che scalda ancora, e c’è una luce particolare di giorno, perché l'intensità dei raggi si mescola ai colori dell’autunno. L’anno scorso c’era la neve, una distesa bianca ed uniforme, un taglio netto con l’azzurro del cielo, e c’erano tanti falchi. Quelli li continui a vedere, con una frequenza a cui ti abitua l’Appennino ma, non hai mai più rivisto un esemplare planare, afferrare la sua preda e riprendere quota.
Ci sono cose che i tuoi occhi vedono e che non dimenticano più. Ci sono immagini che ti porterai dentro sempre, ci sono movimenti di braccia e di gambe scolpiti nella memoria.
Quando fa abbastanza buio puoi vedere le stelle. Si dice che le stelle cadenti sono un fenomeno di agosto, ma si dicono tante cose che vengono poi smentite. Eccola la tua stella cadente del 25 novembre, l’hai vista mentre fissavi il cielo, mentre guardavi quel pulviscolo di luci che non sei mai riuscita a descrivere con le parole. L’hai vista ed hai sorriso, come si sorride tra le lacrime, l’hai vista ed hai desiderato, come si desidera quando si vede una stella cadente.
Le stelle si illuminano perché ciascuno possa cercarne una tutta sua. Hai piegato la testa fino a farti sovrastare completamente dal cielo, hai scelto una stella che potesse racchiudere il tuo amore, e l’hai chiamata Giulia.

22 novembre 2006

TOLGO LA BUSTA?

Il galante SuperG mi insegna che, partendo da una mail, è possibile fare un post.
Io, che non mi sottraggo mai alle dritte di un blogger, mi ispiro, respiro e racconto.
Tutto comincia con una letterina spedita via etere: “Ciao Albe, sono un attimo incerto sul come porti la domanda, ma vabbè, mi sembra più o meno plausibile così: per caso tu hai fatto un viaggio (direi viaggio di maturità o giù di lì) all’Alpe di Siusi? Tipo nel 1990 o '91? A parte la domanda apparentemente e magari effettivamente scema e interessata, complimenti per il blog. Naturalmente se la risposta è sì, ti spiegherò. Un bacione! Andrea
p.s. Io ho O+, dovrebbe essere compatibile”.
Pensieri: se vuole dei soldi, non sono io! Però che carino, è l’unico che si è reso disponibile ad
offrirmi il suo sangue se mai ne avessi bisogno! Gli anni sono quelli giusti, era l’estate di Italia ’90 ed io ero più o meno così. Una ciurma di scalmanati molisani del Liceo Classico Mario Pagano insieme ad alcuni ragazzi di Verona, muniti di tricolore, alla conquista del Trentino. La maturità scolastica per me doveva ancora venire e, a pensarci, anche l’altra maturità, il che esclude qualsiasi coinvolgimento di tipo sessuale con l’Andrea in questione!
Eravamo lì a mettere sotto sopra un rifugio delle Dolomiti, a passeggiare per i sentieri, a scalare cime, a fare i bagni nei laghi, lì dove la Marmolada ti domina, dove è possibile assistere al repentino cambiamento dei colori del cielo e ai giochi di figure disegnate dalle nuvole.
Rispondo alla mail tra la perplessità, la curiosità ed il divertimento dicendo che sì, c’ero e che (formula targata De Filippi) poteva parlare.
Replica: “Pazzesco cosa possa combinare il mezzo, cioè il web! Già, notti magiche, occhi roteanti di Schillaci e Maradona! Comunque oltre agli “alcuni ragazzi di Verona”, in quell’estate pazza e montanara, c’era anche, non so se ti ricordi, ma sarà dura, un gruppuscolo di ragazzi di Milano, tutti tra i 18 e i 25 anni direi, tranne uno di 14 (avrei anche potuto fare i conti per capire l’anno esatto, ma ero troppo stordito ieri) che come avrai forse capito era rimasto piuttosto colpito da te. Mi viene in mente che abbiamo giocato a ping pong con i tuoi amici. È strano vederti in un blog, 16 anni dopo. Beh, chissà cosa pensi adesso! Un abbraccio dalla nebbia milanese! E spero tu non abbia mai bisogno del mio sangue.”
Non me lo ricordo il quattordicenne milanese, ma il tavolo da ping pong sì. E poi Milano, devo assolutamente dirgli che io quella sensazione di nebbia la conosco bene, che ho vissuto nella città meneghina per dodici anni, fino al 2003.

Rireplica: “Uh, davvero fino al 2003? E non ripasserai più? Che destino maligno! Comunque immaginavo non ti ricordassi, a parte che ero nettamente il più piccolo della compagnia, sia la mia che la tua, se neanche ti ricordi di un gruppo milanese (strano, perché eravamo simpaticissimi!) evidentemente non puoi ricordarti neanche dei singoli componenti! Sigh! Eri un po’ il sogno impossibile di un ragazzino, via! Avevo anche il tuo indirizzo da qualche parte, ma non so più dove. È buffissimo! Anche che non ti abbia mai dimenticata, in un certo senso, è buffo”.
Ma sì che c’erano degli altri ragazzi, se zummi su quei giorni ti tornano in mente, certo i volti restano un mistero. Il mio indirizzo? È stata un’estorsione o ne è venuto in possesso con mezzi illeciti! Tranquillizziamolo, però, uno che mi definisce “sogno impossibile” va rassicurato. A Milano ci ripasso sempre!
E, nell’attesa di aprire la busta, in un vortice convulsivo di C’è Posta per Te, mi mostro all’età dell’asilo! Vuoi vedere che faccio una rimpatriata con il bambino a cui ho tirato il cestino in testa, perché non voleva proprio capire che la coccinella era il posto del mio cappottino?

20 novembre 2006

SI BISSA SU ROSALIO

Se il Capo del Governo dichiara: "Siamo un Paese impazzito", io mi sento autorizzata a dare i numeri.
Precedente post a mia firma su Rosalio clickato 1319 volte. Nella classifica generale dei post più letti occupo il quinto posto, mentre detengo la posizione numero uno nella classifica dei post degli ospiti.
Mi consenta, ma io mi auto celebro e vi rimando alla lettura della
trasferta numero due.

11 novembre 2006

ROMA 27 OTTOBRE 3 NOVEMBRE 2006

Ricordo una città con più di duemilacinquecento anni di storia, un luogo in cui ogni movimento artistico ha lasciato un segno, un museo all’aria aperta; ricordo di aver vagato a caso per i vicoli; ricordo gli angoli nascosti pieni di incanto, gli archi trionfali, le cupole delle chiese, le facciate dei palazzi, gli alberi di aranci dell’Aventino, le carrozze di Piazza di Spagna, i tetti da Trinità dei Monti, il passeggio di Via del Corso, gli artisti di Piazza Navona e il fragore di Campo dei Fiori; ricordo mio zio al Palazzo della Cancelleria; ricordo la luna a Piazza Venezia; ricordo il mio sguardo rapito e la mia vista appagata, la spontaneità della gente e la vivacità del linguaggio, la familiarità delle trattorie e i carciofi alla giudia; ricordo l’azzurro del cielo, il verde dei parchi, il caldo di ottobre, ricordo la presenza costante di un fiume, le librerie come spazi polivalenti, i pranzi a Trastevere e le passeggiate nel Ghetto; ricordo le luci e i colori della notte; ricordo un posto unico al mondo; ricordo la voglia di vivere; ricordo che sono stata felice; ricordo Roma.

Location: Roma, Basilica di San Giorgio in Velabro, ottobre 2006

IL TEVERE

Sono stata tante volte a Roma, ma non avevo mai passeggiato lungo le sponde del Tevere, mai avevo visto il suo scorrere così da vicino, mai avevo osservato la vegetazione che gli fa da cornice. Avevo guardato il fiume sempre da una certa distanza, dai ponti che lo sovrastano, dalle strade che ne seguono il corso.
Lì sotto c'è una umanità nascosta, fatta di gente senza casa che si copre di cartoni, che riesce a trascinare dietro di sè, in un solo sacco, tutto ciò che possiede, che cerca il cibo tra i rifiuti. Poi alzi lo sguardo e ti appare l'isola Tiberina.



I miei scatti romani sono tutti
qui.

09 novembre 2006

LA CASA DI GOETHE

Sì, sono arrivato finalmente in questa capitale del mondo! ... Mi trovo qui da sette giorni e a poco a poco si va formando nel mio spirito l’idea generale della città. Andiamo continuamente da un luogo all’altro ed io imparo così a conoscere la pianta della Roma antica e di quella moderna, osservo le rovine e gli edifici, visito questa e quella villa, mentre ai monumenti più grandiosi non mi accosto che a poco a poco; io apro semplicemente gli occhi e vedo, e vado, e vengo, perché solo a Roma è possibile prepararsi a comprendere Roma ... Altrove bisogna cercare ciò che ha importanza; qui ne siamo oppressi e schiacciati. Sia che si percorra la città o ci si fermi per via, ci vediamo innanzi paesaggi di ogni specie, palazzi e rovine, giardini e luoghi incolti, sfondi e angiporti, archi trionfali e colonne, … e la sera si è stanchi e spossati, per aver troppo visto e troppo ammirato ...
La sera siamo stati al Colosseo ... quando si è visto questo monumento, tutto il resto sembra sempre meschino; è così grande che la sua immagine non si può contenere tutta nello spirito; ce lo ricordiamo più piccolo, e se vi ritorniamo, ci sembra di bel nuovo più grande".


Viaggio in Italia, Johann Wolfgang Goethe

07 novembre 2006

VOLEMOSE BENE

La campagna "Free Hugs" è la storia di un ragazzo australiano, Juan Mann, il cui obiettivo era quello di raggiungere le persone sconosciute ed abbracciarle, senza un motivo particolare, senza pretendere nulla in cambio, semplicemente per dimostrare affetto, per strappare un sorriso, per rallegrare la vita.
E mentre lui, icona di una nuova umanità, riempiva le città di abbracci, la polizia e l’amministrazione pubblica tentavano di vietare l'iniziativa. Ma ha vinto la gente disposta a tendere le braccia ed a diffondere nel mondo questa campagna. Sono state raccolte diecimila firme per chiedere l'annullamento dei divieti, e il 22 settembre 2006 il filmato sugli abbracci di Juan Mann è stato messo on-line su Youtube raggiungendo in un solo mese quattro milioni di download.


Ora tanti lo emulano ed il movimento dell' “abbraccio libero” era anche in Piazza del Popolo a Roma.

Domenica 12 novembre 2006 ore 12 appuntamento davanti le Scuderie del Quirinale per abbracciarci e per vedere la Mostra "Cina. Nascita di un Impero". Nessuna coda all'ingresso, c'è una prenotazione con guida per un gruppo di trenta persone, così abbiamo più tempo a disposizione per stringerci, non troppo però!