Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

13 gennaio 2009

CIASPOLE

Un mattino d’inverno. Sulla neve il sole crea un gioco di luci, piccoli cristalli che si illuminano ad intermittenza, un immenso strato bianco che incontra il calore e incomincia a brillare.
A terra le orme di volpi e leprotti. In ordine lineare. Poi a mischiarsi quelle degli uomini, irregolari, incapaci di muoversi l’uno dietro l’altro. Si spostano segnando ognuno un suo percorso, ed ecco i solchi delle ciaspole accanto alle linee degli sci da fondo.
Fanno rumore le ciaspole sulla neve. Un rumore silenzioso che si unisce allo stridere dell’abbigliamento, in un ritmo preciso, a scandire il tempo di una camminata che resta comunque disordinata e buffa. È la posizione delle gambe a cui ti costringono le ciaspole.

Si mischia allora l’ordine al disordine, di nuovo. Il rigore del ritmo e la confusione delle tracce.
Vedo le piste camminando, e vedo i miei passi. Quando, ciaspolando, segui un sentiero, non devi mai dimenticare di fermarti a guardare indietro.
Lontano le curve delle cime innevate, belle come l’anno scorso e sempre capaci di incantare. Ancora una volta gli occhi a riempirsi di mondo, a impararlo a memoria questo orizzonte molisano che, più di ogni altro, mi appartiene.