Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

25 maggio 2007

FIORI D'ARANCIO


AUGURI SORELLINA!

22 maggio 2007

MALETTO 26 APRILE 1 MAGGIO

Maletto è uno di quei posti che, a prima vista, non ha nulla di bello, uno di quei luoghi dove nessuno è riuscito ad inventarsi il futuro, uno di quei paesi da cui i giovani sognano di fuggire, uno di quei centri con le case abbandonate e gli usci serrati.
Li ho fissati gli usci, li ho cercati negli angoli nascosti, li ho costretti ad aprirsi con i miei pensieri. Non esistono porte chiuse, cambia solo il modo di attraversarle, di riuscire a rimuovere le spranghe e ad andare dall’altra parte.
Un viaggio funziona anche così. Amplifica i sensi. E ti lascia guardare oltre una porta, immaginare una storia, riscriverla il giorno dopo, quando ripassi davanti lo stesso uscio, e lo trovi illuminato da una luce diversa.

Ed è tutto qui il paradosso di una porta chiusa coi chiodi, ci puoi entrare ogni volta che vuoi.

15 maggio 2007

FILOSOFANDO


Cercare la verità assoluta. La verità di una storia, la verità di un regalo, la verità di un piatto cucinato, la verità di una telefonata, la verità di una bugia. E poi tutto può essere ribaltato, e diventare la bugia della verità. Relativismo è concezione che non ammette principi assoluti in alcun campo del conoscere e dell’agire, perché i giudizi cambiano secondo il soggetto che li dà, i tempi, i luoghi, le diverse condizioni. Democrito diceva. “opinione il dolce, opinione l’amaro, opinione il caldo, opinione il freddo, opinione il colore”. E Protagora: “l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono, in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono”. Con il relativismo moderno, Copernico toglie la terra dal centro dell’universo, demolendo così l’assolutezza della prospettiva che aveva l’uomo, del sistema planetario. Ed è per queste ragioni, e per molte altre ancora, che a me è sufficiente un tanga, mentre ad una qualche abitante di Maletto è necessaria molta più stoffa!

10 maggio 2007

WOZ

Un viaggio così non lo avevo ancora mai fatto. La dimensione in cui si viene catapultati è indefinibile. Una via di mezzo tra una gita scolastica ed una comitiva di turisti fai da te, tra un appuntamento al buio e una convention aziendale, tra una prova di creatività e il cazzeggio assoluto. WOZ. Chi lo ha ideato ha detto che il nome, venuto fuori durante una serata tra amici in compagnia di un buon vino, è onomatopeico.
Per capire WOZ devi viverlo, per viverlo però, non devi necessariamente capirlo. In fondo puoi decidere di dargli il senso che vuoi, lasciandoti trascinare o trascinando.
Si abitano le case del posto, anche quelle chiuse da anni. Si parla con la gente. Si inventano cose. Si viene presi per architetti. Sarà mica un’offesa? Ma no, in fondo, un po’ architetto lo sei sempre stata! Si distribuiscono idee. Si scambiano opinioni. Si dorme poco e male. Si mangia tanto e bene. Si ride, di quel riso vero, pieno, quasi liberatorio, godimento immenso e totale. Si finisce con il giocare al ridere.
Si scruta. Si guarda dietro gli usci. Si cerca qualcosa. Si trova altro. Si intrappola il colore per cambiare il mondo. Si impara che nella vita ci sono cose che non hanno prezzo, per tutto il resto c’è una vacanza caraibica in un resort!!!