Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

14 agosto 2007

UN AMORE

Un amore, uno tra milioni. Un amore come ce ne sono tanti, uno che non somiglia a nessuno. Un amore silenzioso, uno che urla nella notte. Un amore che fa rumore, uno che cammina a piedi scalzi. Un amore che cade dal letto, uno che riesce a volare. Un amore confuso tra le nuvole, uno inchiodato a terra. Un amore che vive d’istinto, uno che programma gli incontri. Un amore razionale, uno che si nutre di follia.
Un amore di una felicità strana, che non ha ragione e tanto meno ne cerca.
Una città fredda che soffoca d’estate. Una città che protegge gli amore, che riesce a nasconderli a cielo aperto, che sa custodire i segreti illuminandoli con la luna.
“Che fai lì fuori?”
“Guardo le stelle”
“A Milano?!”
“Sì, vieni a guardare”
“Che brava che sei, riesci a vedere le stelle a Milano”.
Stelle velate. Stelle che non vogliono essere guardate da tutti. Stelle che si concedono a pochi, a chi sa trovarle, che si mimetizzano tra i tetti, che si confondono con le luci dei lampioni, che si mascherano dietro le insegne fluorescenti. Stelle annebbiate, offuscate, coperte, che si fanno vedere quando esci a cercarle, che ti inseguono quando non sai che ci sono. Stelle che trovano te.

03 agosto 2007

IN CRISI

Ci sono cose che non funzionano per niente, ci sono cose che fanno calare a picco la compagnia di bandiera e, detto di velivoli, è davvero imbarazzante.
Ci sono, poi, altre cose, che mettono in crisi me viaggiatrice più di quanto non lo sia l’Alitalia, ci sono cose che mi spiazzano più di un ingombrante vicino di posto, ci sono cose che mi lasciano senza risposte più dell’indagare il perché di certi eventi, ci sono cose che destabilizzano la mia salda posizione in poltrona, stretta da cinture di sicurezza. Credo che le cose debbano e, soprattutto, possano cambiare. Credo che uno sforzo, definibile minimo, da parte del personale di bordo, sia in grado di alleggerire i miei voli e renderli totalmente tranquilli.
“Dolce o salato?”
Non lo so. Se me lo chiedi così, a brucia pelo, se lo snack lo voglio dolce o salato, non so risponderti. Come faccio a scegliere tra due cose che potrebbero starmi bene entrambe o, parimenti, non essermi per nulla gradite? Dimmi, cara hostess, se i salatini hanno la cipolla, in questo caso ti direi che voglio il dolce. Dimmi se i biscottini sono al cocco, così non avrei dubbi e prenderei il salato. Rivolgiti a me con l’interrogativo: “Biscottini al cioccolato o tarallini al rosmarino?”. Ecco, in questo modo le mie papille gustative, in un solo nano secondo, trasmetterebbe al cervello il messaggio, e la mia voce ti restituirebbe la risposta incondizionata. Il tempo impiegato, da te, per prolungare l’interrogativo, sarebbe inferiore a quello che, di fronte ad una domanda meno dettagliata, impiego ogni volta io per risponderti, per quei quattro cinque secondi di mutismo completo e di confusione totale che mi assalgono.
Non me lo dici? Non mi dai informazioni aggiuntive? Allora l’aut aut non regge e nell’ultimo volo da Roma a Milano ho risposto: “Tutti e due!”