Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

18 novembre 2008

ETERNAMENTE

Il sole d’autunno riscalda solo se lo vai a cercare. Poi c’è la pioggia e, quando il sole torna, fa fatica a riprendersi il suo posto. L’acqua resta lì, a lungo, a mantenere bagnate le strade, a gocciolare dai balconi, a riflettere i palazzi.
Ho girato nell’isola accompagnata da un sole caldo, che restava a farti compagnia fino a sera, per ricomparire presto l’indomani. Niente pioggia.
Il rumore d’autunno è attutito dal buio.
Lì c’era il silenzio infinito e, ad un tratto, in un angolo nascosto, immerso nella natura, visto da lontano, non riconosciuto se non quando potevo toccarlo con mano, devo aver creduto che la vita era eterna, perché la morte era, tra quei nomi, con naturalezza parte della vita. C’era qualcosa di perfetto in quel luogo di riposo eterno. Ho sempre fatto fatica a parlare e scrivere di morte, perché per sentire vivi i morti, fin da piccola, non dovevo vederli morti. Penso a come potrebbe essere il sole adesso, a Novembre, se tornassi nell’isola. Qui gli alberi stanno diventando arancioni, rossi, gialli, marroni. Bagnati dalla pioggia. Perderanno le foglie, lasceranno vedere oltre. La vita.