LUOGHI
Luci, un pavimento che assorbe i rumori, una porta, la gente. Sul tavolo il menù passato tra centinaia di mani, stropicciato. Lo apro come una mappa, lo stendo sulla superficie legnosa. Rovisto tra le pagine, scorro con il dito tra le scritte, pensando ai sapori. In basso nella colonna trovo ciò che volevo cercare. Gli occhi che indagano l’altro perché deve aver scelto in modo diverso, per rubare dal suo piatto, per avere un’altra occasione di gusto. Uno scambio di sguardi che sigilla un patto.
Aspetto il cibo e vedo passare quello degli altri. Osservo la gente per immaginarne i mondi, come se un luogo così fosse capace di radiografare i sentimenti. Gioco a inventare trame, le più bizzarre, le meno plausibili. Storie spigolose, complicate, che sanno di vita.