CIASPOLE
A terra le orme di volpi e leprotti. In ordine lineare. Poi a mischiarsi quelle degli uomini, irregolari, incapaci di muoversi l’uno dietro l’altro. Si spostano segnando ognuno un suo percorso, ed ecco i solchi delle ciaspole accanto alle linee degli sci da fondo.
Fanno rumore le ciaspole sulla neve. Un rumore silenzioso che si unisce allo stridere dell’abbigliamento, in un ritmo preciso, a scandire il tempo di una camminata che resta comunque disordinata e buffa. È la posizione delle gambe a cui ti costringono le ciaspole.
Si mischia allora l’ordine al disordine, di nuovo. Il rigore del ritmo e la confusione delle tracce.
Vedo le piste camminando, e vedo i miei passi. Quando, ciaspolando, segui un sentiero, non devi mai dimenticare di fermarti a guardare indietro.
Lontano le curve delle cime innevate, belle come l’anno scorso e sempre capaci di incantare. Ancora una volta gli occhi a riempirsi di mondo, a impararlo a memoria questo orizzonte molisano che, più di ogni altro, mi appartiene.