Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

19 settembre 2007

CUORE DI MADRE RUSSIA

È sommessa la Mosca che mi ha conquistato, è capace di raccontare la storia attraverso la vita quotidiana, di scolpire il socialismo reale sui volti per strada, di descrive gli affanni e le gioie della gente comune, di far scorrere i drammi lungo la Moscova. È discontinua. La sua non linearità la rende vera, viva. Viva lo è sempre stata, anche se in modo diverso in ogni epoca, ma si impara da subito che il suo cuore ha pulsato senza sosta. I moscoviti con orgoglio narrano di una città a cui il destino ha riservato il ruolo di capro espiatorio della Russia. A lei è toccato il sacrificio. Incursioni nemiche, devastazioni, incendi, Mosca ha sopportato tutto grazie alla sua irremovibile fermezza, alla sua infinita forza, alla capacità di rinascere sulla terra bruciata.
Racchiusa nei suoi anelli, stretta nei voleri di chi l’ha dominata. Le circonvallazioni ne delimitano il cammino. I quartieri nuovi della città, quelli databili a partire dalla Rivoluzione del 1917, sono interminabili file di case dormitorio che non si differenziano in nulla l’una dall’altra. E poi c’è la Mosca delle cupole d’oro e delle torri del Cremlino, dei colori di San Basilio, del rosso dei mattoni. C’è la città degli angoli cancellati, considerati materia di scarto di cui sbarazzarsi e annientati dal peso del regime. Gli interventi urbanistici del periodo sovietico hanno distrutto monumenti che oggi si è cercato di ricostruire, hanno ribattezzato vie, tornate poi a nomi originali, quasi a voler far camminare indietro la storia. Ma indietro non si torna, lo sa bene ciascuno di noi. Indietro si può tornare solo fermandosi, un attimo, a guardare.

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