Partire tornare ... ripartire ritornare ... in un continuo inarrestabile viaggiare

10 maggio 2006

VENTOTENE 22-25 APRILE 2006

L’isola di Ventotene. Arrivare nell’antico porto romano e rimanere ammaliati dalla magica atmosfera che sprigiona questo piccolo lembo di terra di origine vulcanica, lungo appena 2,7 km. Omero nell’Odissea l’ha cantata chiamandola “l’isola delle sirene” che riesce a rapirti, recidendo con charme tutti i contatti con il resto del mondo. Vieni catturato e ti senti subito a casa tra la gente che abita qui tutto l’anno e gli altri visitatori come te, tanti gruppi di amici, la maggior parte giovani con cui entri in simbiosi e in equilibrio perfetto, non c’è nulla di artefatto, non ci sono ville di vip o alberghi di lusso, nulla che sembra costruito al solo uso turistico e ciò che di turistico c’è non infastidisce.


Ed eccoli i tanti volti di Ventotene, tutti da scoprire, tutti in grado di stupirti e di riservarti sorprese.
Il mare che entra ed esce dalle grotte nella scogliera, i fondali da esplorare, il faro, la campagna coltivata a lenticchie (le più buone della terra secondo gli abitanti dell’isola) e ad ortaggi, la natura selvaggia, i gabbiani reali che a centinaia animano il cielo, i profumi dell’oleandro e del gelso, le case color pastello, la cittadella borbonica, i simboli del confino politico, le rovine romane di villa Giulia, gli onnipresenti gatti, dal pelo rosso e grigio, che si infilano dappertutto, il porto, crocevia di sub di giorno e di giovani lupi di mare al tramonto, e le luci della notte.

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